Nonostante gli studi dimostrino che bambini e bambine esposti ad avversità prolungate nei primi mesi e anni siano meno “attrezzati” per affrontarle e che molti dei principali problemi di salute sperimentati nella vita adulta siano legati alle esperienze dei primi 1.000 giorni, raramente le politiche pubbliche danno priorità all’investimento nei servizi per bambini, bambine e famiglie in questo periodo.
Da questa consapevolezza e dalla convinzione che le istituzioni europee e nazionali devono fornire risposte concrete per fermare l’aumento progressivo della povertà e della disuguaglianza sociale, nasce la campagna First Years First Priority, promossa da due reti europee: Eurochild e ISSA (International Step by Step Association), con l’intento di sostenere una maggiore visibilità politica e una maggiore allocazione delle risorse per la prima infanzia e con un’attenzione speciale ai bambini, alle bambine e alle famiglie che nascono, crescono e vivono in situazioni più vulnerabili, in condizioni di povertà ed esclusione sociale.
Noi del Centro per la Salute del Bambino siamo i referenti per l’Italia per la campagna
che abbiamo tradotto con “Primi anni, prima priorità“.
Ecco la versione italiana del Manifesto
La campagna nasce da organizzazioni rappresentanti della società civile e raccoglie 11 paesi dell’UE, con il grande valore aggiunto di scambi di materiali ed esperienze tra i vari Paesi, azioni dirette di advocacy a livello del Parlamento Europeo e della Commissione Europea e una maggiore capacità di advocacy dei partner all’interno dei loro rispettivi Paesi.
Il gruppo di lavoro della campagna ha individuato 6 priorità da porre all’attenzione dell’UE:
1. Maggiori investimenti pubblici a favore della prima infanzia e delle famiglie in condizioni di povertà assoluta che, secondo i dati ISTAT del 2022 in Italia sono il 13,4%, ed è una condizione che abbraccia per lo più le famiglie con bambine e bambini da 0 a 3 anni.
2. Aumentare l’investimento pubblico a favore della prima infanzia, sia per quanto riguarda i servizi educativi dedicati alla prima infanzia, sia per quanto riguarda i servizi dedicati ai bambini e alle bambine e ai genitori, ovvero di sostegno alla genitorialità, come i Villaggi per Crescere e i Centri Bambini e Famiglie.
3 e 4. Garantire i diritti delle bambine e dei bambini tramite il rispetto della Convenzione Europea dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989.
5. Garantire l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia a tutte le bambine e tutti i bambini.
In Italia solo il 28% dei minori riesce ad accedere a un servizio educativo per la prima infanzia,
con significative differenze territoriali. Ciò che viene richiesto è raggiungere gli obiettivi di Barcellona, ossia entro il 2030 garantire l’accesso ad almeno il 45% delle bambine e bambini per la fascia 0-3 e al 96% per la fascia 3-6 anni.
6. Agire immediatamente per proteggere l’infanzia dalle conseguenze della crisi climatica che comporta effetti dannosi su livelli di attenzione, apprendimento, qualità del sonno e salute mentale delle bambine e dei bambini.