L’Istituto degli Innocenti di Firenze ha condotto “Monitorare la qualità dei Villaggi per Crescere“, un’indagine quali quantitativa per valutare l’offerta e la qualità dei nostri Villaggi per Crescere.
Dopo le visite ai Villaggi di Milano, Trieste, Modena, Roma e Palermo e aver somministrato un questionario quali-quantitativo sia alle famiglie sia al personale, l’Istituto degli Innocenti ha concluso che, sebbene interrogarsi sulla qualità dei contesti educativi informali che possono essere offerti a bambini e bambine da 0 a 6 anni, rappresenti un aspetto importante, quanto difficile, ne emerge un quadro complessivamente positivo e variegato nell’offerta e nelle peculiarità del singolo Villaggio.
Perché interrogarsi sulla qualità dei contesti educativi informali è un aspetto importante quanto difficile?
“Il discorso sulla qualità” si legge nell’introduzione del report “ha il suo fondamento nella capacità di rispondere compiutamente alla possibilità di offrire a bambini, bambine e famiglie esperienze riconducibili a un pensiero scientificamente fondato nel contesto di una società caratterizzata dal cambiamento dei modelli familiari produttivi e quindi dall’esigenza di conciliare le responsabilità genitoriale con le diverse condizioni di lavoro e riferendosi al riconoscimento reale del diritto all’educazione dei bambini e delle bambine nel concreto contesto sociale”.
“Parlare di qualità” continua l’indagine “anche di queste sperimentazioni rimanda a un impegno etico e politico evitando che si traduca in un discorso puramente tecnico o che prevalgono la logica di tipo aziendalista; in questo senso infatti, tutti i soggetti coinvolti nella vita e nella gestione di esperienze con finalità educativa, sono chiamati a vario titolo a confrontarsi e a ragionare sui valori e le scelte che stanno alla base delle azioni educative e sulle condizioni gestionali e organizzative che rendono sostenibili”.

Qualità ed educazione: quanto è problematico valutare il lavoro educativo?
Avviare una riflessione sulla valutazione della qualità del lavoro educativo costringe a misurarsi con la problematicità nell’accostare due termini: qualità ed educazione, difficili da delineare, da inserire in compartimenti stagni e in criteri valutativi oggettivi destinati a discipline maggiormente legate al mondo della concretezza. La qualità è spesso confusa con il fare bene le cose, senza però tenere in considerazione l’impatto delle azioni sulle persone che ne beneficiano.
L’educazione non può avere definizioni univoche statuarie, oggettive e preconfezionate perché ha come pilastri importanti concetti legati all’umanità, l’intreccio con la vita delle persone, le difficoltà, l’operatività e soprattutto la complessità.
Tale consapevolezza, tuttavia, non ha indotto a fare un passo indietro ma a procedere verso la definizione di strumenti che, pur ammettendo una certa flessibilità, fossero in grado di porre i contesti educativi strutturati nell’ambito del progetto, nella condizione di autodeterminarsi e mettersi in una posizione critica verso se stessi, in una prospettiva di continuo miglioramento.
Ecco che muovendo da queste prospettive è diventato fondamentale fare riferimento al concetto e alla pratica di valutazione autovalutazione intesa come capacità di darsi delle linee guida per la revisione professionale utilizzando degli strumenti appositamente costruiti“.

Cosa ci dice il report
“Dal processo valutativo condotto” si conclude nel report “e da quanto emerso dai dati quali quantitativi raccolti, è stato possibile rilevare che i Villaggi per Crescere:
- sono situati effettivamente in spazi messi a disposizione da enti pubblici o privati
- sono aperti al mattino o nel tardo pomeriggio in maniera flessibile a seconda del contesto e sono localizzati in aree periferiche o svantaggiate o in fase di riqualificazione urbana
- propongono attività educative efficaci per lo scopo perseguito
- forniscono supporto e sostegno all’utenza attraverso un’equipe multiforme e multiprofessionale
- prevedono il coinvolgimento attivo anche dei padri
- promuovono l’inclusione e l’integrazione.
Ne emerge in definitiva un quadro complessivamente positivo e variegato nell’offerta e nelle peculiarità del singolo Villaggio visitato aderenti agli obiettivi specifici e finalità generali perseguite dal progetto”.
