Narbolia, 27/02/2022
La guerra in Ucraina non riguarda più soltanto i 500.000 bambini del Donbass alle prese dal 2014 con un conflitto nell’Est dell’Ucraina, ma si è estesa a tutto il Paese, mettendo a rischio 7 milioni e mezzo di bambini, che sono le vittime principali di tutte le guerre, per i traumi fisici ed emotivi che subiscono e che non dimenticheranno mai più.
I nostri pensieri vanno anche a tutti i civili non protetti e ai nostri colleghi, che non hanno altra scelta che restare, lavorare e prendersi cura dei loro piccoli pazienti e delle loro famiglie.
Chiediamo il rispetto delle convenzioni e degli obblighi internazionali di protezione dell’infanzia e di consentire alle agenzie umanitarie di raggiungere in modo rapido e sicuro i bambini.
Chiediamo che ospedali, scuole e asili non siano mai considerati obiettivi di guerra. Aderiamo all’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite, dell’ISSOP (International Society for Social Paediatrics) e dell’ECPCP (European Confederation of Primay Care Paediatricians) per un immediato “cessate il fuoco”.
L’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e il Centro per la Salute del Bambino (CSB) sono disponibili a collaborare nell’ambito delle iniziative prese dalle reti internazionali ISSA (International Step to Step Association) e ECD Task Force (Early Childhood Development task force), da WAIMH (World Association for Infant Mental Health) e con le organizzazioni delle Nazioni Unite, in primo luogo UNICEF e UNHCR, e delle iniziative di solidarietà sia con ONG che con i singoli colleghi in Ucraina.
Ciascuna e ciascuno di noi è invitato a considerare i sacrifici e le rinunce che potranno essere necessari per rendere possibili le azioni della comunità internazionale, a partire da un uso più oculato delle fonti di energia, cosa che comunque torna a nostro beneficio a lungo termine.